Rieccoci con l’Avvento

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Rieccoci con l’Avvento

Con l’Avvento inizia il Nuovo Anno Liturgico, in cui celebriamo la Salvezza che Dio ci offre in Gesù Cristo Figlio di Dio, il Vivente, che parla alla sua Chiesa e la nutre con i Sacramenti. Durante l’Anno Liturgico 2016-17, che iniziamo con l’Avvento, saremo accompagnati dalla proclamazione domenicale del Vangelo secondo Matteo, oltre che dalle tante pagine tratte dall’Antico Testamento, dalle Lettere o da altri Scritti degli Apostoli.

Non si tratta di ricominciare a leggere un libro già noto, ma di lasciarci interpellare dalla Parola di Dio ‘viva ed eterna’ oggi rivolta a noi che vogliamo, desideriamo e siamo disposti ad ascoltarla e farla nostra, perché trasformi e salvi la nostra vita.

“Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13,53). Questo scriba o lettore attento del Vangelo siamo ognuno di noi che ci mettiamo in ascolto del vangelo dove troviamo ‘cose nuove e cose antiche’, cose nuove che illuminano il nostro cammino di fede e cose antiche che lo confermano perché non tramontano mai. Quattro tematiche possono attirare la nostra attenzione nel vangelo di san Matteo.

L’annuncio del Regno, cioè della misteriosa e progressiva rivelazione e azione di Dio nella storia degli uomini e del mondo, perché questa storia diventi luogo e tempo di salvezza, in attesa del suo compimento definivo ‘nei Cieli’. Questa realtà del Regno è illustrata in 5 grandi discorsi: discorso della montagna, discorso missionario, discorso in parabole, discorso ecclesiologico e discorso escatologico, intercalati alle vicende e miracoli della vita di Gesù, fino alla sua passione, morte e risurrezione. Gradualmente l’evangelista vuole portarci a rinnovare la nostra fede in Gesù, Cristo e Figlio di Dio. Fin dalle prime righe Matteo ci parla di Gesù Figlio di Davide e Messia da lungo tempo annunciato dai profeti e atteso dal popolo giudaico, Figlio di Abramo, nato a Betlemme, come Davide, pastore mite e re che pasce il suo popolo con la forza del Signore. In Lui si realizza la promessa di benedizione per tutte le nazioni, fatta al patriarca Abramo. Ma Gesùè anche il Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, per sottolineare sia la provenienza divina di Gesù e la sua relazione filiale con Dio, sia il suo servizio all’uomo nella sua vita terrena che giunge a compimento nella sua Pasqua. Egli è l’Emmanuele, il Signore mite e umile di cuore presente nella sua comunità tutti i giorni, fino alla fine del mondo. La Chiesa, affidata da Gesù alla cura pastorale di Pietro e degli apostoli è la comunità fraterna, fatta di discepoli che Gesù chiama “miei fratelli” fondata sulla parola del Figlio che rende tutti figli del Padre e dove un posto privilegiato è riservato ai “piccoli”, i membri più deboli e fragili. L’orizzonte ultimo del Regno è la vita e la speranza offerte all’uomo che vive la vita nuova insegnata da Gesù, la vita di amore reso possibile dalla presenza di Cristo nella vita stessa del discepolo e della Chiesa. Chiesa e discepoli saranno giudicati sull’amore e sulla giustizia che avranno praticato, specie verso i poveri.

Approfittiamo di questo vangelo e delle liturgie domenicali per un incontro più profondo e vero con Cristo, o forse anche per una vera e propria scoperta o riscoperta di Lui nostro salvatore e Signore.

+ Adriano Tessarollo


Da Nuova Scintilla n.43 – 20 novembre 2016