Commentando… (del vescovo Adriano)
Tra ideologia e libertà
Di questi tempi siamo invitati o costretti a renderci conto che ‘sana democrazia’ non significa solo esigere diritti ma anche promuovere o almeno sostenere la collaborazione e corresponsabilità dei cittadini o associazioni di cittadini nell’organizzazione e nell’offerta dei servizi che la Comunità civile si impegna ad offrire a tutti. Questi servizi diventano insostenibili se coloro ai quali sono affidati non li svolgono con intelligenza, passione, cuore, facendo uso di buon senso, di mediazione tra legalismo e legalità e così via. Un ambito nel quale i cittadini intendono e chiedono di poter offrire una forte collaborazione, assicurando la bontà e la qualità del servizio è la Scuola specie dell’Infanzia e la Formazione Professionale che nel solo Veneto conta quasi 90.000 bambini nella Scuola dell’Infanzia e circa 20.000 nella Formazione Professionale.
Per questo prezioso servizio si offre di collaborare la comunità civile, attraverso le parrocchie, le istituzioni religiose, le Associazioni Genitori, le Fondazioni, che con l’autorizzazione e il debito controllo della competente autorità pubblica, mettono a disposizione ambienti e personale a questo deputati e titolati per farlo. In più fa ricorso in qualche misura anche a volontariato. Ciò permette a queste istituzioni che non hanno finalità di lucro, di offrire questo servizio con un grosso risparmio per lo Stato. Si chiede però che la spesa per i docenti, che comunque sarebbero necessari allo Stato per rispondere a questo servizio, sia finanziata dallo Stato, con erogazione certa e puntuale come per tutti gli altri loro colleghi docenti. Solo nelle Scuole dell’Infanzia del Veneto si tratta di circa 10.000 lavoratori, aggiungi poi Nidi, Scuola di primo e secondo grado e Formazione professionale! Questa offerta formativa fa risparmiare allo Stato, solo in Veneto, milioni e milioni, e a livello nazionale parecchi miliardi di Euro! A fronte di questo grandissimo risparmio chiediamo circa 500.000 €, per altro già riconosciuti da anni. Ma ora vengono continuamente decurtati, bisogna continuamente elemosinarli, sperando di trovare ascolto ‘nei corridoi’; non sono mai sicuri una volta per tutte, arrivano sempre in ritardo e mai inseriti nel finanziamento stabile, come per tutti gli altri operatori scolastici. Non si dica che non ci sono soldi, perché questo servizio comunque lo Stato lo deve erogare e ripeto gli costerebbe circa 10 volte di più nella scuola statale! Allora la causa va trovata altrove: essa sta nella pregiudiziale ideologica statalista, superata ormai in tutti gli Stati europei, ma persistente in certi ambienti di pretesa cultura più laicista che laica: il laico è aperto a tutto ciò che è umano e appartiene al popolo, mentre il laicista esclude molta parte di ciò che è popolare e umano! Il problema religioso è uno dei grandi problemi umani, non va imposto ma nemmeno proibito, o represso o emarginato dalla vita pubblica! Non è questo un esercizio autentico della democrazia? Né alla politica e tanto meno ai funzionari super-burocrati è dato il potere di concedere o togliere, erogare o ritardare il denaro per gli stipendi dei docenti, i quali, tra l’altro, lavorano di più e sono pagati meno. Si noti poi che questi stessi insegnanti che fanno tutto il tirocinio e pratica professionale in queste nostre Scuole, sono in gran parte nella lista nelle Graduatorie per entrare appena possibile nella Scuola Statale, che li trova già ben preparati! Basta allora con discriminazioni ideologiche che tanta pressione fanno sui partiti e sugli amministratori! Lo Stato chiuda piuttosto la pletora degli enti inutili, controlli il funzionamento degli altri e sostenga quelli che assicurano il buon funzionamento e il servizio ad un costo di gran lunga inferiore. (+ Adriano Tessarollo)
da NUOVA SCINTILLA 45 del 30 novembre 2014