Commentando… (del vescovo Adriano)
Il dopo-elezioni
Ecco il ritratto dell’Italia che siamo noi. Si dice che in democrazia l’elettorato ha sempre ragione. Anche se bisogna avere il coraggio di dire che non sempre quella ragione coincide con la scelta del bene e del vantaggio di tutti. Coloro che sono stati eletti si sentiranno impegnati a difendere gli interessi di chi li ha eletti, e quindi le tre maggiori ‘aggregazioni’, e in parte anche le aggregazioni minori (il termine ‘partito’ ha purtroppo connotazione negativa come più luogo di interessi che di elaborazione di progettualità politica), cominceranno le solite battaglie e contrapposizioni, chi a proporre e chi a opporsi. Soprattutto ci sarà la corsa alle poltrone varie, a collocare ‘i propri adepti’ nei posti chiave, magari già si fanno i calcoli di come preparasi ad acquisire maggior potere nella prossima consultazione
elettorale forse percepita come non molto lontana. I partiti prepareranno i loro conti da presentare per ricevere i rimborsi dall’erario; chi non è stato rieletto presenterà il conto salato (privilegio usurpato, autoriconosciuto per legge e sindacalmente difeso) che gli spetta. Ci sarà qualcuno che si preoccuperà di lotta alla corruzione, di riduzione della spesa pubblica, di riduzione degli altissimi salari (riduzione annunciata ma mai applicata, in mancanza di decreto applicativo da parte degli organi competenti).
Mi si dirà: ma che sguardo negativo! Rispondo: no! E’ uno sguardo realistico. Come dicevo prima delle elezioni: valutiamo i fatti e non le ‘chiacchiere’ pre e post-elettorali. E’ di fronte ai fatti che potrà crescere la fiducia. Ma ognuno, sia chi governa (il Governo), sia chi legifera (le due Camere di Senatori e Deputati), sia chi vigila sull’applicazione della Legge (Magistratura) deve fare la sua parte, senza che ognuno dia la colpa degli insuccessi agli altri. Basta con queste risse torbide dove ciascuno pesca ciò che gli pare! Se le cose vanno male è responsabilità di tutti e tre i poteri. E aggiungo un quarto potere, quello dell’apparato burocratico che rimane sempre lo stesso e che ha la forte responsabilità di rendere operative le leggi, senza dare spazio a privilegi, a corruzioni, a rallentamenti, fino addirittura a renderle inefficaci, inattuate o inattuabili. Auguro infine che i parlamentari eletti non siano lì a fare gli ‘alzamani’ (o yes-men) o meno in acritica esecuzione degli ordini di scuderia. Una domanda finale: quanti sono gli eletti che hanno competenza e conoscenza per lavorare alla elaborazione di nuove leggi o rielaborazione della marea di leggi connesse e sconnesse, elaborate dai precedenti Parlamenti e che intasano tutto il sistema giudiziario italiano?
C’è da rimboccarsi le maniche. Un augurio di proficuo lavoro a tutti i vecchi e neo-eletti di ogni aggregazione politica. (+ Adriano Tessarollo)
Un ringraziamento e un saluto a sua Santità Benedetto XVI, papa emerito
Quando leggiamo queste righe papa Benedetto XVI è già ‘emerito’ e in meritato riposo in quel di Castelgandolfo. In molti abbiamo assistito all’ultima udienza di mercoledì scorso con cui si è congedato dal suo servizio di guida della Chiesa di Roma e Universale. Un congedo sereno e commovente sia per il papa come per i presenti a Roma e, immagino, anche per i telespettatori in diretta. E’ bello sentire che la Chiesa può contare ancora sulla sua preghiera, sulla sua riflessione e sul suo affetto. Ed è consolante anche per lui avere sentito l’affetto e la stima della Chiesa viva lì presente e sparsa nel mondo intero. Un grazie al Signore che attraverso Papa Benedetto XVI ha guidato, sostenuto e corretto la sua Chiesa in questi otto anni del suo Pontificato. Come lui stesso ci ha rassicurato, lo Spirito Santo continuerà a guidare la Sua Chiesa attraverso un altro Suo Servo, per il quale già fin da ora innalziamo le nostre preghiere. (+ Adriano Tessarollo)
da NUOVA SCINTILLA 9 del 3 arzo 2013