NATALE 2013 – L’Augurio del vescovo per una vera fraternità
Buon Natale a tutti!
Carissimi donne e uomini della diocesi di Chioggia, il Natale ormai vicino mi spinge a rivolgere un augurio a tutti voi che vivete nel territorio della diocesi di Chioggia. Non faccio distinzione tra nessuna ‘categoria’. L’augurio vuole essere per tutti, come per tutti è l’amore dell’unico Dio e Padre e del suo Figlio Gesù la cui nascita ricordiamo e celebriamo in questa festa detta appunto “Natale del Signore”. Con questo a nessuno viene imposto nulla, né nessuno è giudicato, perché proprio questa festa apre ai credenti in Cristo Gesù l’orizzonte più ampio possibile della fraternità e dell’amore universale, cioè verso tutti. O almeno dovrebbe spingere verso quest’orizzonte. E’ un Natale caratterizzato da tensioni di vario genere. Tensioni di genere culturale: più che cercare vie di dialogo, di intesa, di accettazione reciproca, ogni corrente culturale cerca di imporre
se stessa alle altre, non già rispettando le diversità, nella ricerca della verità, ma denigrando le altre, e possibilmente imponendosi con la forza dei mezzi di persuasione aperta o occulta, con l’obiettivo non di informare e formare, ma di catturare e sottomettere. Tensioni internazionali: non cessano i rumori delle guerre, sia quelle militari come quelle economiche e sociali. Gli stati più forti contro i più deboli; le economie più forti contro le più deboli; i poteri più forti di ogni genere contro i più deboli. Obiettivo non è lo sviluppo dei popoli, ma il predominio dei più forti sui più deboli, l’accaparramento e sfruttamento delle risorse. Tensioni sociali: il nostro paese è attraversato da movimenti di protesta, di rivendicazione, di richiesta di attenzione e di giustizia; ma non sempre ciò è fatto con verità e onestà. Violenze fisiche, ideologiche ed economiche ricadono spesso sui più deboli e poveri e su chi già ha motivo di tanta sofferenza. La tensione cresce quando si vedono solo pochi e timidi segnali di miglioramento, di accoglimento delle istanze di giustizia distributiva sia sociale che economica, soprattutto quando si vede che l’impantanamento burocratico non si semplifica e continua a preservare privilegi senza offrire vie d’uscita a chi si trova ad affrontare reali difficoltà di ogni genere. Talvolta sembra che, per dirla col vangelo, “a chi chiede un pane gli viene data una pietra, a chi chiede un pesce gli viene data una serpe, a chi chiede un uovo gli viene dato uno scorpione” (Lc 11,10-12). Addirittura, a chi chiede non viene data alcuna risposta da chi avrebbe il dovere di farlo.
Carissimi, non scrivo queste cose per abbatterci ulteriormente, ma per farci una ragione per non cedere allo sconforto e diventare rinunciatari, concludendo “tanto, non si può fare niente”. “Cerchiamo di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere di bene (Ebr 10,24) e “rinfranchiamo le mani cadenti e le ginocchia infiacchite e facciamo passi diritti con i nostri piedi” (Ebr 12,12). Papa Francesco, nel suo messaggio per la giornata della pace ci indica la via della carità, delle opere di bene, i passi diritti che dobbiamo fare. Egli scrive: “La fraternità è fondamento e via per la pace… in un mondo caratterizzato da quella “globalizzazione dell’indifferenza” che ci fa lentamente “abituare” alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi”. Il Natale richiama ai credenti il grande messaggio che è Gesù Cristo e la sua Parola: in Cristo Gesù siamo chiamati a riconoscere che vi è un solo Padre, che è Dio, e che noi siamo tutti fratelli (cfr Mt 23,8-9) e che quanto più ci allontaniamo da quel Padre o lo rinneghiamo, tanto più siamo esposti ad allontanarci e rinnegare la fraternità, lasciandoci dominare dall’indifferenza, dall’egoismo e dall’odio. L’augurio che rivolgo a tutti, e che prendo da alcune parole di papa Francesco, è che ancora una volta in questo Natale la fraternità sia scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata, specie verso i più poveri, deboli, malati, soli e abbandonati, in fuga a causa delle guerre e delle violenze. L’amore donatoci da Dio nel Bambino di Betlemme ci consenta di accogliere e di vivere pienamente la fraternità. La contemplazione del presepio ravvivi in noi la nostalgia della tenerezza, dell’innocenza, del calore di ogni famiglia e della grande famiglia umana.
BUON NATALE A TUTTI! + Adriano Tessarollo
da NUOVA SCINTILLA 48 del 22 dicembre 2013