COMMENTANDO…
Avanti con la cultura progressista!
Leggo in questi giorni e riporto: «Presentato nel febbraio scorso al Senato un disegno di legge che, sulla base delle unioni civili, suggerisce di abolire l’obbligo di fedeltà anche per il matrimonio naturale. Il ddl è stato assegnato alla commissione giustizia di palazzo Madama. Dato che la discussa legge Cirinnà (legge che ritengo non voluta dalla maggioranza del popolo, ma voluta dal Governo Renzi e votata dalla maggioranza del Parlamento) sulle unioni civili non prevede l’obbligo di fedeltà tra i partners… anche il matrimonio naturale non dovrebbe avere tale obbligo. Detto fatto. C’è già un disegno di legge presentato nel febbraio scorso al Senato e ora assegnato alla commissione giustizia di palazzo Madama. Il testo è rappresentato da un solo articolo in grado di rivoluzionare l’intero istituto del matrimonio sulla falsariga del modello delle unioni civili. Tale articolo mira a modificare l’art. 143, comma secondo, del Codice Civile in materia di soppressione dell’obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi. Obbligo che, a detta dei firmatari, sarebbe: “Il retaggio culturale di una visione ormai superata e vetusta del matrimonio, della famiglia e dei doveri e diritti dei coniugi”. Secondo la prima firmataria del disegno di legge, la senatrice Pd Laura Cantini, il primo passo è stato fatto con le unioni civili che, sempre secondo la Cantini, presentano un modello di relazione “molto più avanzato che dovrà essere recepito dal codice civile”. Ricordiamo infatti che nella legge Cirinnà l’obbligo di fedeltà è stato tolto dal testo originario, in quanto caratteristica esclusiva del matrimonio tradizionale. Per questo bisognerebbe toglierla anche… per i matrimoni etero. Il Pd insiste nello smantellamento del matrimonio naturale, fondamento della civiltà e della cultura del popolo» (di Gabriele Soliani).
Aggiungo che ho visto il libro del sociologo Giuliano Guzzo, uscito da poco, ed. Cantagalli (254 pagine, 17 euro), dal titolo: Cavalieri e principesse. Donne e uomini sono davvero differenti, ed è bello così. In esso, l’autore documenta e rintraccia la differenza fra maschi e femmine in infiniti aspetti, fin già dai primi mesi di vita e in qualche caso addirittura a poche ore dal parto o perfino in fase prenatale. Altro che ‘stereotipi di genere’ imposti dalla cultura! Secondo questa teoria o meglio ideologia, se maschi e femmine si comportano diversamente è perché educati a recitare il ruolo prescritto dalla cultura del loro gruppo. L’autore osserva invece che i sessi divergono in maniera del tutto analoga in paesi e culture diverse, documentando con tanti esempi riportati nel libro. Tra le altre cose, a proposito di violenza tra i sessi, l’autore costata che proprio nei paesi del Nord, regni europei dell’uguaglianza fra i sessi, si registra una diffusione dei reati di violenza sessuali superiore a tutti gli altri. E ha anche il coraggio di lasciare trasparire il dubbio se davvero l’occupazione femminile, a imitazione del maschile, sia sempre garanzia di progresso qualitativo di vita, come viene sempre dogmaticamente presentata. E perché oggi poi si vuole usare la scuola per imporre ‘una cultura altra’, con ‘stereotipi’ imposti da questa cultura che non riconosce le differenze che già ‘in natura’ ci sono? “Donne e uomini sono davvero differenti, ed è bello così”. Personalmente auspicherei che governo e Parlamento si occupassero di più della famiglia fatta di unione stabile e pubblicamente riconosciuta di un uomo e una donna, con figli. Essa ha garantito e garantirebbe in genere maggiori benefici sia ai contraenti l’unione, sia ai figli, sia alla società stessa dal punto di vista demografico, educativo ed economico! Ma per certe donne avanguardiste che propongono tali leggi, tutto questo è medioevo. Sarà, ma non mi convince affatto! Discriminare è una cosa, riconoscere le differenze è un’altra!
+ Adriano Tessarollo
Da Nuova Scintilla n.37 – 1 ottobre 2017