Commentando…Ha riaperto i battenti anche da noi la “Buona scuola”
Anche per la scuola tutto ricomincia, giorno prima o giorno dopo. Se non ho letto male, la stampa in questi ultimi tempi ha parlato principalmente, se non esclusivamente, di due problemi o argomenti, a riguardo della Scuola. Il primo è senz’altro quello dei docenti, specie dei precari, dell’assegnazione delle cattedre, dei problemi che tante famiglie si trovano ad affrontare a causa di assegnazione di cattedre in scuole molto lontane dalla residenza delle famiglie dei docenti. Problemi non certamente ‘minori’ per chi lavora nel mondo della scuola. A questo proposito segnalo che tante scuole pubbliche paritarie hanno ‘perduto’ diversi loro insegnanti, chiamati alle cattedre della scuola pubblica statale. Le ragioni di questa migrazione sono principalmente ‘economiche’: le scuole paritarie non possono garantire in genere lo stesso trattamento economico e di orario delle scuole statali, finché tutta la scuola pubblica (sia paritaria che statale) non avrà gli stessi diritti e gli stessi finanziamenti (a proposito si parla tanto di libertà e di diritti civili da garantire a tutti, o almeno alle lobby più potenti, ma la Scuola Pubblica Paritaria e i cittadini che chiedono questa libertà e parità di trattamento non lo sono così tanto!). Ho sentito meno parlare delle indicazioni nazionali venute dalla legge sulla “Buona Scuola” e soprattutto sulla necessità e sulla modalità che tutte le componenti della Scuola, cioè corpo docente, famiglie e territorio, devono mettere in atto perché davvero la Scuola diventi “‘Buona Scuola”. Le scuole non sono delle ‘isole’ dove i bambini, ragazzi e giovani vengono parcheggiati quasi liberando così le famiglie per alcune ore della giornata e alcuni giorni la settimana e per alcuni mesi dell’anno, in attesa che ricevano un diploma o un titolo di fine dell’obbligo scolastico. La scuola è uno degli elementi del territorio nel quale i ragazzi vivono e con cui interagiscono, insieme alle famiglie e a tutte le altre strutture e istituzioni sociali e culturali e religiose presenti nel territorio stesso. E’ dentro al complesso quadro sociale di una famiglia, di una Città, di un Comune e di una Comunità sociale quale il ‘paese’ con tutte loro strutture e proposte, che un bambino-ragazzo-giovane vive e trova modo di costruire una sua identità che lo renderà capace di dialogare e confrontarsi con tutte le diversità che incontrerà nella vita.
Il secondo argomento che sembra aver interessato la stampa, dal punto di vista educativo e culturale, è stato quello del ‘gender’ senza peraltro aver contribuito molto a chiarire alle famiglie il senso, la vera modalità, il vantaggio e il pericolo di questa ‘proposta’ educativa.
Devo poi anche dire che pure le comunità cristiane (le parrocchie) hanno praticamente rinunciato a proporre, fuori dall’ambiente scolastico, alle famiglie e ai ragazzi e studenti, un momento di riflessione e preghiera incentrati sull’importanza della Scuola di ogni genere, sull’educazione delle giovani generazioni e sugli apporti positivi per la vita dei giovani che possono venire dalla visione della vita alla luce della fede cristiana.
Auguro comunque a tutti un anno di lavoro sereno e proficuo.
+ Adriano Tessarollo