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La luce della fede su un “evento” della nostra città
Il vescovo Adriano ha presieduto martedì scorso 19 dicembre nella chiesa di Borgo San Giovanni, prima di celebrare anche i funerali giovedì 21, alla Veglia di preghiera in ricordo della 14enne Chiara Pavanello, morta in incidente stradale il sabato precedente lungo la Romea. Queste, essenzialmente, le riflessioni da lui proposte nel corso delle due circostanze.
Siamo qui in tantissimi, sbigottiti e turbati per quanto accaduto a Chiara, ad altri suoi amici e a chi si è trovato coinvolto in una così grande tragedia. Oltre la grande sofferenza, tantissimi perché e altri interrogativi inesauribili ed esistenziali ci sorgono dentro.
– Cari genitori e familiari di Chiara, nessuno come voi può sperimentare la forza travolgente della tragedia di vedersi rapita la figlia di 14 anni, nel giro di pochi secondi. La vostra memoria riandrà insistentemente al breve arco di anni che voi avete vissuto per lei e con lei: quante gioie, attenzioni, preoccupazioni, dibattiti, progetti, paure e speranze! Nata da voi e affidata alle vostre cure, avete camminato insieme per un breve tratto di vita, nel reciproco scambio di affetti donati e ricevuti, improvvisamente interrotti dal vuoto lasciato dall’assenza della vostra figlia Chiara.
Alla luce della fede, voi avete terminato la vostra missione verso di lei, ora consegnata al Padre che sta nei Cieli, Padre che tante volte, voi, lei, e tutti noi abbiamo invocato. La fede trovi ancora spazio in voi perché prevalga la speranza e non la disperazione.
– Cari ragazzi e coetanei presenti cosi numerosi, la vostra età è il tempo dell’esplorazione del mondo, del desiderio di tutto, del bisogno di sperimentare tutto, dell’insofferenza se non intolleranza di ogni limite proprie di chi sente che il tempo e lo spazio stanno loro davanti a loro disposizione per essere vissuti e goduti. E’ il bello dell’adolescenza… “Godi fanciullo mio, stato soave, stagion lieta è cotesta…” ha scritto qualcuno. Quanto accaduto a Chiara ci ricorda anche la fragilità e la precarietà della vita. Essa va protetta con tutte le attenzioni possibili da parte vostra, da parte delle vostre famiglie, degli educatori, delle strutture civili, sociali e religiose, chiamate tutte a fare tutto il possibile perché la vita di tutti, specie dei bambini, ragazzi e giovani, sia il meno possibile, esposta a pericoli di ogni genere. Ragazzi, accettate di essere collaborativi in questa alleanza educativa con gli adulti che vogliono operare per voi, ma che non possono farlo senza di voi e tanto meno contro di voi.
– E ora, carissima Chiara, per la parola di Gesù Cristo io credo che tu ora ci ascolti: il Signore ti ha accolta come figlia fin da quando i tuoi genitori ti hanno presentata alla Chiesa per il Battesimo, ti ha fatta partecipe della sua vita divina che ha alimentato con il pane di vita dell’Eucaristia e ti ha confermata con il Dono dello Spirito Santo. Ora egli ti accoglie, lontano dai nostri occhi ma non dal nostro cuore, nella casa del Cielo, per una giornata senza più tramonto. Da quella Casa ricordati dei tuoi genitori, dei tuoi familiari e dei tuoi amici. Ora prega anche la Madonna per tutti loro, per tutti noi. Ora hai occhi per vedere il senso pieno della vita e della morte.
Noi crediamo, Signore, ma Tu aumenta in noi la fede e rasserena il nostro pianto.
+ Adriano Tessarollo
Nuova Scintilla n.49 – 24 dicembre 2017