Vivere la Quaresima nell’anno della fede

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LETTERA DEL VESCOVO

Vivere la Quaresima nell’anno della fede

Tutti noi “battezzati” siamo anche credenti? Qual è la qualità della nostra fede?

Carissimi presbiteri, religiosi e religiose e fedeli tutti della Diocesi di Chioggia, la Quaresima viene a noi come ‘tempo favorevole’ per verificare come stiamo vivendo la Grazia che Dio ci ha donato nel nostro Battesimo. Grazia, dono gratuito dell’amore di Dio e del suo Spirito che Dio in Cristo ci ha donato senza alcuna condizione, se non quella che i nostri papà e le nostre mamme, insieme con tutta la Chiesa, si impegnassero a guidarci all’incontro con il Signore, a rispondere al suo amore, a lasciarci illuminare dalla Parola di Cristo, a lasciarci guidare dal suo Spirito. Questa è la vita di fede. Ora il temo liturgico della Quaresima è tempo propizio per verificare la nostra accoglienza della Grazia che Dio ci ha donato in quel momento, riscoprire il dono ricevuto nel nostro Battesimo e tornare a viverlo ogni giorno alla scuola di Gesù e della sua

parola e del suo esempio. Questo significa per noi, battezzati da tanto tempo, vivere questo tempo quaresimale.

Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Sacrosanctum Concilium al numero 109, definisce la Quaresima tempo di penitenza e di conversione, ma anche tempo in cui veniamo richiamati alla memoria del nostro Battesimo, o alla preparazione ad esso per chi non è battezzato. Per mezzo del Battesimo, siamo stati inseriti, innestati, incorporati vitalmente in Cristo e nella Chiesa, divenendo in tal modo, protagonisti responsabili della storia della salvezza, che ora si compie nel mondo.

Ci siamo dimenticati di questa realtà? Cosa comporta per noi oggi essere stati battezzati? Il nostro Battesimo è un fatto del passato o è un dono e un impegno da vivere ogni giorno?

Il tempo quaresimale vuole richiamarci alla memoria ciò che già abbiamo ricevuto, ciò che siamo divenuti attraverso il Battesimo, per riappropriarci sempre più di ciò che siamo, per diventare uomini e donne nuovi, ripieni della forza divina che ci fa portatori di vita nuova, in un mondo divenuto ormai come un deserto, portatori di luce, in un mondo che si allontana sempre più dalla luce della fede e della speranza offerta dal Cristo Risorto.

Spiritualità della Quaresima

Il tempo della Quaresima è caratterizzato da un più attento e prolungato ascolto della Parola di Dio, perché è questa Parola che ci offre i criteri per orientare le nostre scelte, per alimentare la nostra fede e speranza, per discernere il bene dal male, per riconoscere il nostro peccato per imboccare la via del ritorno all’incontro con Lui. La parola di Dio che ascolteremo nelle domeniche di Quaresima di quest’anno (Anno C) ci propongono un cammino ‘penitenziale’ cioè di rinnovamento della nostra vita battesimale, fondata sul Battesimo stesso, datoci per il perdono dei peccati. Questo tempo liturgico è il tempo in cui la Chiesa e tutti i fedeli sono chiamati a vivere una più profonda conversione mediante il sacramento della Riconciliazione. Paolo VI nella costituzione apostolica ‘Paenitemini’ presenta la conversione come cambiamento intimo e radicale per cui l’uomo comincia a giudicare e a ordinare la propria vita alla luce della misericordia di Dio, quale ci è stata rivelata nella vita, nelle parole, nella morte e risurrezione di Gesù. Si tratta di un cammino graduale e progressivo nel quale l’uomo risponde a Dio che in Cristo ci è venuto incontro. Battesimo e Penitenza sono i sacramenti propri della Quaresima. La penitenza ha sempre come effetto la riconciliazione con Dio e con i fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito un danno. La conversione quaresimale riguarda sia la nostra vita interna ed individuale come anche quella esterna e sociale.

Le opere della penitenza quaresimale

Le opere della penitenza quaresimale sono:

Il digiuno. Per digiuno ecclesiastico si intende la rinuncia moderata al piacere del cibo. Anche se limitato al mercoledì delle ceneri e al venerdì santo, esprime la partecipazione del corpo nel cammino della conversione. L’astinenza dalle carni (magro) ogni venerdì di Quaresima era al principio segno di povertà, essendo il pesce, le uova e i cibi vegetali e qualche latticino, cibo più economico della carne. È comunque segno dell’abbandono del lusso per vivere una vita più essenziale che favorisca l’astensione dal peccato e apra alla carità.

La preghiera. La Quaresima è tempo di più assidua e intensa preghiera, allo scopo di unirci a Dio Padre nostro in una conversazione familiare e intima. Preghiera personale e comunitaria legata molto strettamente alla conversione.

La carità. La Quaresima è tempo infine di più forte impegno di carità verso i fratelli. La conversione all’amore di Dio, come scrive il papa, suscita anche l’amore fraterno. Queste opere devono essere compiute nella consapevolezza del loro valore di segno di conversione all’amore e alla giustizia. La carità poi non si limita al solo denaro o altri beni materiali donati a chi ne ha bisogno, ma comprende anche altri tipi di donazione: condivisione del proprio tempo, assistenza ai malati, perdono a chi ci ha offeso, correzione amorevole fraterna, consolazione di chi soffre, ed altre ancora. Papa Benedetto XVI nella sua Lettera per la Quaresima 2013 ci ricorda: “Talvolta si tende, infatti, a circoscrivere il termine «carità» alla solidarietà o al semplice aiuto umanitario. E’ importante, invece, ricordare che massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione, ossia il «servizio della Parola». Non v’è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l’evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona umana… Una fede senza opere è come un albero senza frutti: queste due virtù si implicano reciprocamente. La Quaresima ci invita proprio, con le tradizionali indicazioni per la vita cristiana, ad alimentare la fede attraverso un ascolto più attento e prolungato della Parola di Dio e la partecipazione ai Sacramenti, e, nello stesso tempo, a crescere nella carità, nell’amore verso Dio e verso il prossimo, anche attraverso le indicazioni concrete del digiuno, della penitenza e dell’elemosina”.

Quaresima e itinerario permanente di conversione dei battezzati

La Quaresima sin dalle origini si caratterizzava come itinerario verso la Pasqua, per rendersi partecipi della morte e risurrezione di Cristo nella celebrazione del Battesimo. Anche a coloro che con il peccato grave erano venuti meno alla grazia battesimale era proposto un cammino di conversione per ritornare alla Grazia battesimale. C’è quindi uno stretto rapporto tra i sacramenti del Battesimo e della Penitenza. Il Battesimo celebra la scelta di Cristo e della fede e libera da ogni peccato. La Penitenza è pure sacramento della conversione e mostra che la vita dei battezzati è realizzazione progressiva della grazia battesimale, della rinuncia al peccato, della spogliazione dalle passioni (uomo vecchio) e della adesione a Cristo (nuova creatura). La conversione non è evento puntuale, ma itinerario, che ha nei sacramenti, e non solo, i suoi momenti forti e culmina, come nell’iniziazione cristiana, nella partecipazione alla eucaristia.

I momenti penitenziali che possono essere utilmente sottolineati e celebrati principalmente in Quaresima e che dispongono e preparano al Sacramento della Confessione o Riconciliazione sono:

– Le liturgie penitenziali. I fedeli, alla luce della Parola di Dio che annunzia la sua misericordia, che smaschera il peccato, che invita a conversione, che promette il perdono e sollecita la risposta di conversione, in queste celebrazioni sono aiutati a riconoscere i propri peccati, implorare il perdono di Dio e dei fratelli e a esprimere nel proprio cuore il proposito di conversione. Alcune celebrazioni penitenziali aiutano a vivere nella Quaresima un ‘pellegrinaggio’ di penitenza interiore ed esteriore, personale e comunitario disponendo alla celebrazione sacramentale personale.

– Gli elementi penitenziali della celebrazione eucaristica: è opportuno nelle domeniche di Quaresima curare l’atto penitenziale o eventuale aspersione, attirare l’attenzione sulle ripetute invocazioni di perdono, sull’offerta del sacrificio di Cristo ‘per il perdono dei peccati’, sul ‘Padre nostro’, sulla preghiera ‘Liberaci, Signore…’, sul segno di pace, sull’invocazione ‘Agnello di Dio’, sull’invocazione ‘Signore, non sono degno…’.

– Soprattutto il sacramento della Penitenza. Preparato con cura lungo tutto il tempo della Quaresima, perché i fedeli con il cuore contrito confessino i loro peccati, ricevano dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e si riconcilino con la Chiesa, che è stata ferita dal loro peccato, e mediante qualche opera di carità, con la preghiera prolungata e con la riconciliazione fraterna, manifestino i frutti della loro conversione.

Il sacramento è necessario per coloro che hanno coscienza di peccato grave. Per gli altri battezzati è molto utile ed è da raccomandare il ricorso ad esso come costante e rinnovato impegno ad accogliere la grazia del Battesimo, perché, mentre portiamo nel nostro corpo la mortificazione di Cristo Gesù, sempre più si manifesti in noi la sua vita.

N.B. Per i fanciulli che si preparano alla Comunione.

Particolare impegno deve essere profuso nell’aiutare i fanciulli ad acquisire l’atteggiamento della conversione nei suoi vari aspetti, mediante opportune catechesi e celebrazioni comunitarie penitenziali, anche con la presenza di adulti e genitori, specie nel tempo quaresimale, perché possano giungere, alla celebrazione individuale del sacramento della penitenza, possibilmente in una celebrazione comunitaria alla quale anch’essi prendono parte.

Auguro a tutti, presbiteri e fedeli un autentico ‘itinerario battesimale’ personale verso la Pasqua, che si concluda con la celebrazione sacramentale della penitenza il mercoledì santo, per poter partecipare alla Cena Pasquale Eucaristica il Giovedì santo e quindi poi a tutto il ‘triduo pasquale’ fino alla rinnovazione degli impegni battesimali nella Veglia Pasquale. Invito i parroci e tutti i sacerdoti a offrire occasioni più intense di ascolto della Parola e di celebrazioni penitenziali che dispongano a un vero itinerario di rinnovata vita battesimale. E per tutto il tempo quaresimale offrano maggiore disponibilità per la celebrazione personale del sacramento della Riconciliazione di laici che lo chiedessero, non relegando una Confessione affrettata negli ultimi giorni prima della Pasqua.

Invoco su tutti la Benedizione del Signore,                                                             + vescovo Adriano

 

 

da NUOVA SCINTILLA 6 del 10 febbraio 2013