Urge un cambio culturale

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Urge un cambio culturale

Ogni giorno se ne sente una di nuova! Anche sforzandosi di vedere tutto il bene che c’è, non si può chiudere gli occhi su ciò che non va. Sarebbe come dire ad un malato: di tutto il corpo è malato solo un organo, magari di quelli più importanti per la vita, quindi lascia perdere l’organo malato e guarda tutti gli altri sani! Sappiamo però che bisogna curare ogni singolo organo perchè tutto il corpo non sia intaccato dalla malattia e muoia. Per salvare il tutto bisogna curare tutte le parti! Non passa settimana o giorno che non vengano scoperte sempre nuove truffe, inganni, sprechi, ruberie, furbizie disoneste, retribuzioni pubbliche sproporzionate rispetto alle condizioni medie comuni di una società. Si sa che ci sono

‘bande’ più o meno nascoste, più o meno illegali, che hanno come scopo quello di vivere di inganni e ruberie. Ma il peggio è invece quando si tratta di persone che sono a capo di Istituzioni pubbliche preposte al bene dei cittadini, cui è affidata l’amministrazione pubblica, di persone preposte alla giustizia. Scoraggia sentire che queste persone approfittano della fiducia loro accordata e che, invece di amministrare o gestire i beni pubblici correttamente, finiscono con accaparrarsi quei beni in grosse quantità, naturalmente oltre il lauto stipendio e i relativi privilegi loro riconosciuti. Per non parlare poi di tutte quelle migliaia di dirigenti delle pubbliche amministrazioni (comuni, province, regioni, ministeri: si parla di circa 250.000 persone) che oltre ad avere stipendi sproporzionatamente alti (fra i più alti in Europa), in continua crescita per scatti di anzianità e premi di ogni genere, giungono poi a pensioni in proporzione di quelle paghe. E si tratta di persone inamovibili, che non rispondono mai dei loro eventuali errori, e che, per pigrizia o calcolo politico o interesse di gruppo, possono bloccare tantissime ‘pratiche e richieste’ di cittadini o di imprese o possono far passare tutto quello che vogliono per favoritismi di parte o per timore di poteri più forti. Bloccano addirittura anche veri e propri iter legislativi che così non giungono mai ad essere applicati per il blocco posto da qualche funzionario! È questa la ragione per cui ogni partito o gruppo economico o sociale ci tiene a piazzare ‘qualcuno dei suoi’ nei posti chiave delle Amministrazioni pubbliche di ogni livello. E nessuno li può toccare, altrimenti saltano fuori decine e decine di sigle sindacali a difendere tutti i loro privilegi.

Contro tutti costoro non so cosa il Governo Renzi potrà fare: promettere soldi senza tagliare le spese delle amministrazioni pubbliche, significa o non darli o tagliare altri servizi o rincarare i prelievi, specie di chi non ha voce, perché gli altri si difendono molto bene con i loro uomini piazzati al posto giusto. È questo che si intende quando si parla di corruzione. Inoltre, nel nostro sistema, sia italiano che europeo, il criterio di eticità (ciò che è ritenuto giusto) è dato dai ‘numeri’ e non dai ‘contenuti’. Mi pongo una domanda: ciò che è stabilito da una maggioranza, solo per questo, ha anche i crismi della verità e giustizia? Le maggioranze si formano attorno all’onestà intellettuale e morale o attorno alle appartenenze politiche, economiche o anche religiose? Credo sia questo il punto cruciale della questione: la formazione di coscienze intellettuali e morali, di persone coraggiose, che siano oneste davanti a se stesse, che sappiano resistere alle pressioni e agli interessi di parte, che abbiano come sicuro punto di riferimento il rispetto della persona, della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità umana. Se poi hanno riferimenti religiosi, questi riferimenti non li devono portare a privilegiare i loro gruppi di appartenenza o di riferimento, ma li devono aprire alla giustizia e al rispetto di ogni persona. Se non arriviamo ad avere alla guida persone dalla coscienza retta, dalla consapevolezza della dignità e rispetto di ogni persona, dal senso della moderazione nei confronti della ‘fame del denaro’ oltre ogni bisogno personale e familiare, dal senso di umanità che li porta a sentirsi a disagio per la sproporzione della loro disponibilità economica rispetto alla stragrande maggioranza della propria gente, ci sarà sempre la lotta per la ‘dittatura democratica’, cioè la lotta per ottenere, magari come premio di maggioranza, anche senza essere effettivamente la maggioranza, la possibilità di far passare quelle leggi che favoriscono la propria parte, il proprio gruppo, i propri iscritti, i propri amici. E il povero popolo è indotto con tanti ‘inganni’ a ridare loro la fiducia o a sperare in un cambio realmente in meglio in ogni consultazione elettorale. Questo mi fa pensare che molto spesso le ‘campagne elettorali’ sono fondate sulla capacità di maneggiare al meglio ‘gli specchietti per le allodole’, naturalmente a spese delle allodole stesse. (+ Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 13 del 30 marzo 2014