Tra speranza e realtà

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Tra speranza e realtà

1. Chiesa. Papa Francesco sta suscitando molte speranze: c’è desiderio che la Chiesa del terzo millennio esprima e manifesti maggiormente le sue prerogative evangeliche. Certo, ora c’è da attendere e operare tutti perché lo stile evangelico della Chiesa diventi realtà. I valori evangelici predicati e insegnati, e già presenti in tanta parte della Chiesa, ci auguriamo che possano trovare una sempre più autentica, vera e trasparente testimonianza in tutti i cristiani, ma soprattutto in chi nella chiesa o nel mondo riveste una più alta responsabilità. Papa Francesco ha dato nome ad alcuni di questi valori evangelici: “fratellanza, amore, fiducia fra noi”, “’verità, bellezza, bontà, tutte e tre insieme”, “custodire Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato”, “l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”, “aver

cura di tutti”, “l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia”, “capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, di amore”, “accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere”, “non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza”. Voglio concludere questi riferimenti alle parole del papa con tre espressioni particolarmente significative. La prima riguarda il servizio del papa stesso: “il vero potere è il servizio e anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce”. La seconda riguarda “tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale – cui il papa ricorda di “essere custodi della creazione, custodi dell’altro, dell’ambiente…”. Infine il papa apre per tutti una concreta via alla speranza: “custodire il creato, ogni uomo e ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza”. C’è da rimboccarsi tutti le maniche e nessuno può dire di fronte queste prospettive: ‘ci devono pensare gli altri, io non posso fare niente’. A meno che non lasciamo che il papa dica, ma noi non ci spostiamo di un dito! Resterebbero belle parole che non diventano mai realtà. La settimana santa ci aiuti a non essere solo fra gli spettatori della Passione di Cristo ma essere di quelli che concretamente accettano di camminare dietro alla sua Croce.

2. Italia. Seguendo, sia pur saltuariamente, quanto sta avvenendo nel nostro Parlamento mi sorgeva spontaneo un pensiero curioso. Il ‘Parlamento’ italiano è composto di 945 persone, 630 alla Camera dei deputati e 315 al Senato. Mi chiedevo: perché tanta gente se le decisioni vengono sempre prese dai segretari dei partiti, magari con qualche altro loro stretto collaboratore più o meno occulto. I grillini devono andare a votare secondo i dictat di Grillo, per il PDL parla sempre Berlusconi, dei cui ordini gli eletti al Parlamento devono essere e sono solo fedeli esecutori, per il PD tutti si devono attenere alle indicazioni del partito magari dettate dal D’Alema di turno, … e così via. Allora perché finanziare Camere e partiti? Se a decidere sono le segreterie dei partiti, e i parlamentari – che crediamo di avere eletto noi cittadini – sono lì a fare gli alzamano o gli schiacciabottoni su ordine dei segretari dei partiti, cosa hanno a che fare i parlamentari con i cittadini che li hanno eletti? Addirittura se poi non stanno agli ordini di scuderia vengono espulsi e/o lasciano il posto ad un altro dei non eletti o si inventano un nuovo gruppo parlamentare. E’ da augurarsi che ci sia più spazio democratico perché il parlamentare eletto possa usare coscienza e competenza di fronte alle proposte di legge utili per il bene comune e non si senta solo un numero importante per far prevalere gli interessi del suo partito e gli ordini del suo capo.

 

 

3. Europa. Anche l’Europa in questo tempo non sembra essere da meno nella tutela degli interessi di Stati più forti, di potentati economici e bancari, dando così spazio ai mercati speculatori che lucrano sul sangue della maggior parte dei cittadini economicamente più modesti che per questo si vedono sempre più gravati di tasse e diminuiti nei servizi. Le Istituzioni conoscono e tutelano il diritto di chi più ha e può di spostare i propri capitali dove sono protetti e maggiormente remunerati, naturalmente con quanto rientra anche dalla evasione e speculazione ai danni di chi deve lottare con le necessità e bisogni quotidiani.

E tutto questo lo chiamiamo progresso!                                                                                             

 

+ Adriano Tessarollo

 

 

da NUOVA SCINTILLA 12 del 24 marzo 2013