Se il giornalista deve obbedire al padrone…

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Se il giornalista deve obbedire al padrone…

E’ martedì sera, sono rientrato da piazza San Pietro, dopo cena, dopo aver mangiato un gelato con altri tre vescovi piemontesi e aver pregato il Rosario. Ho sottomano le due pagine e mezza del discorso con il quale ieri pomeriggio Papa Francesco ha aperto i lavori dell’assemblea dei vescovi italiani che si concluderà giovedì mezzogiorno. Ci ha dato degli spunti per avviare il nostro confronto sulla figura del prete oggi. Ha imperniato il suo discorso attorno a tre domande.

Cosa dà sapore alla vita del presbitero? Il Papa ha fatto riferimento alla figura di Mosè che si toglie i calzari per avvicinarsi al ‘roveto ardente’, simbolo del suo avvicinarsi a Dio, per dire che il prete deve essere ‘scalzo’ per aver lasciato bruciare dal fuoco di Dio le ambizioni di carriera, la tentazione di considerarsi devoto perché si rifugia in un intimismo che di spirituale ha ben poco, è distante dalla freddezza del rigorista e dalla superficialità di chi è accondiscendete a buon mercato, si fa prossimo di ognuno condividendo abbandono e sofferenza, consegna ogni mattina al Signore il suo tempo per lasciarsi incontrare dalla gente… non cerca assicurazioni terrene o titoli onorifici… e tante altre cose…

Per chi impegna il servizio il nostro presbitero? Il presbitero è tale nella misura in cui si sente partecipe della Chiesa, comunità concreta con cui condivide il cammino. Ha sperimentato la pienezza di vita nell’incontro con Gesù e desidera che altri si riconoscano in lui… L’attitudine alla relazione è criterio decisivo di discernimento vocazionale, libero da narcisismi e gelosie clericali… In una visione evangelica, evitate di appesantirvi in una pastorale di conservazione… Mantenete solo ciò che può servire per l’esperienza di fede e di carità del popolo di Dio.

Infine si è chiesto: qual è la ragione ultima del donarsi del presbitero? Il nostro presbitero è uno che si gioca fino in fondo, si offre con gratuità, con umiltà e gioia…  È l’uomo della Pasqua… libero dalle illusioni e dal pessimismo, capace di custodire la pace e di diffonderla con i suoi gesti, le sue parole, i suoi atteggiamenti.                               

Queste, in riassunto, le parole del Papa.

Sfogliando i giornali di stamattina ecco alcuni titoli. “Corriere della Sera”: L’ideale del Parroco scalzo e la sfida alle gerarchie…. Case e palazzi per quattro miliardi. Gli attivi a San Pietro…. “Il Fatto Quotidiano”: Il papa sferza i vescovi: lasciate da parte ambizioni e beni…; Il Papa alla CEI contro i preti burocrati. “Il Giornale”: Il Papa espropria i preti ricchi. “La Repubblica”: Il richiamo del Papa ai vescovi: ‘siate sobrii, basta proprietà ‘. Palazzi, alberghi e ospedali 2 mila miliardi di patrimonio quanto vale “Vaticano spa”.  E mi fermo qui. Tutti questi titoli travisano sia il contenuto che il clima dell’incontro. Il presidente della CEI Bagnasco ha fatto telefonare a qualche giornalista conosciuto, il quale ha risposto che a loro tocca scrivere così.

Viva la libertà di stampa e le sue verità da imporre ai lettori

+ Adriano Tessarollo

 

(da “Nuova Scintilla”, n. 20 del 22 maggio 2016, p. 11)