Povere famiglie in questa Italia

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Povere famiglie in questa Italia

Di questi tempi mi capita spesso di ascoltare richieste di aiuto da parte di famiglie in difficoltà. E mi domandavo: Quanto costa ‘allevare’ un figlio e portarlo all’autosufficienza economica? Se poi sono due o tre e non si è avuta la fortuna di avere ereditato mobili e immobili, quali sacrifici sono richiesti? E se perdi il lavoro? D’altra parte non passa giorno che non senti notizie di sprechi e ruberie di denaro pubblico ‘mangiato’ da singoli politici o gruppi politici, anche quelli delle nostre regioni, non solo quelli ‘romani’, come stiamo sentendo in questi giorni della Sicilia e della Liguria! E tutto per spese superflue, da parte di chi già ha altissimi stipendi. Non parliamo poi di mega evasioni, o favori e permessi di abusivismo (vedi discariche dannose….! ). Ma sulle tasse da imporre alle famiglie sono quasi tutti d’accordo e denaro pubblico per contenere queste

spese non si trova mai! Magari il governo permette ai Comuni di alzare le aliquote su certe imposte (casa), ma i Comuni a loro volta ci pensano a non gravare sulle famiglie, evitando tanti sprechi o spese cui si potrebbe rinunciare?   E le famiglie devono pagare! Soldi non ce ne sono! Ma facciamo bene attenzione a cosa succede quando ci si avvicina alle elezioni: c’è sempre una riserva di soldi che si distribuirà in tanti rivoli da parte di chi propone la sua candidatura.

Mentre stavo pensando a queste cose, pensando al sostegno economico che viene dato alle famiglie per i figli, mi è caduto lo sguardo su una curiosa notizia dal titolo: “Vuoi ridurre la Tares?” Vado a leggere e con mia meraviglia leggo: “Sgravi sulla Tares per chi adotta un cane: è la direzione in cui si stanno muovendo parecchi comuni italiani nell’intento di ridurre i costi dei canili, che incidono sempre più pesantemente sui bilanci degli enti locali. Si parla di sgravi concessi ai singoli cittadini da centinaia di euro, comunque convenienti per i comuni che arrivano a spendere fino a 1.500 euro l’anno per ogni singolo ospite dei canili”. La notizia poi continua: “Finora ci sono state otto adozioni, su una trentina di cani presenti nella struttura comunale. E se qualcuno ne accoglie uno, solo per avere lo sgravio, e poi lo maltratta o lo abbandona? Due volte l’anno i vigili vanno a controllare che l’animale sia dove deve essere e che stia bene”. E ancora un altro comune: “Il cittadino potrà risparmiare 600 euro in due anni. Ogni cane ci costa almeno mille euro l’anno, e ogni anno ne spendiamo circa 500mila per gestire…”. Mi si permetta di dire che proprio ormai si è perso il senso della diversità delle specie viventi e della dignità dell’uomo. Penso che, per molti, gli aborti umani procurati importino assai meno della cucciolata di cani, gatti, topi e altro.

Non sarà forse il caso di darci una regolata in merito alla visione che si va affermando di famiglia, per poterla sostenere nel suo compito e luogo di trasmissione della vita e di educazione delle future generazioni? (+ Adriano Tessarollo)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 3 del 19 gennaio 2014