Pensieri pasquali

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Pensieri pasquali

Passata la festa di Pasqua, le solenni celebrazioni liturgiche, gli amicali scambi di auguri, la breve vacanza, che cosa rimane? Si ritorna ai problemi e ai pensieri quotidiani che rimangono sempre gli stessi, ma che, illuminati dalla Luce della Pasqua, potrebbero essere affrontati e risolti con una rinnovata disposizione di animo e di volontà.

Quale potrebbe essere questa rinnovata disposizione ad affrontare i pensieri e problemi di sempre? Quale nuovo ampio orizzonte ha offerto la Pasqua a noi cristiani? “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,15). Gesù ha detto queste parole dopo essersi chinato a lavare i piedi ai discepoli.

Egli ha dato questa lezione ai discepoli nel momento in cui gli era chiaro che il suo servizio di ‘Maestro e Signore’, cioè la missione che il Padre gli ha affidato, gli sta per chiedere la coerenza totale fino al sacrificio. Un bel frutto pasquale sarebbe allora che noi facessimo riferimento a Gesù, alla sua parola, ai suoi esempi, alle sue promesse, al suo amore, rinnovando la consapevolezza che anche la nostra vita è missione di servizio affidataci dal Padre nei confronti di altri fratelli. In tutti i campi: nella Chiesa, nella famiglia, nel lavoro, nella scuola, nella politica, nella professione, nell’economia. Solo questa prospettiva cristiana, accolta nella coscienza e accettata come criterio nell’organizzazione sociale, può sciogliere le pastoie della conflittualità sociale generata dallo spirito di competizione anziché di servizio e promozione, dalla volontà di prevalere sull’altro anziché pensare anche al suo bene, dalla brama insaziabile di arraffare sempre di più oltre ogni legittima necessità anziché accontentarci dell’equo e dell’onesto, senza curarci se il di più esagerato che noi prendiamo provenga dallo sfruttamento degli altri, davvero poveri e in difficoltà, che pagano per noi! Possiamo considerarci discepoli di quel Gesù che abbiamo contemplato in questi giorni pasquali, se continuiamo a sentirci a posto perché ci siamo fatti leggi che legittimano privilegi e diseguaglianze che continuiamo a pretendere e a difendere? Chi ha ricevuto o raggiunto posti di responsabilità in ogni campo, può sentirsi coerente con la Pasqua appena celebrata, se proseguiamo in quegli atteggiamenti per i quali approfittiamo delle responsabilità che ci sono affidate per i propri interessi, blocchiamo anziché favorire il lavoro, la giustizia, il bene comune, affossando ogni iniziativa e speranza? Non ha davvero niente da dire quel Gesù che abbiamo contemplato il giovedì e il venerdì santo a chi si sente supergarantito e altamente remunerato con le sempre crescenti imposizioni e talvolta vessazioni fiscali, prelevate in mille modi e maniere con invenzioni quasi quotidiane, dai modesti e sudati e spesso incerti stipendi di una grande quantità di cittadini, spesso in condizioni non solo di povertà ma anche di quasi miseria? Pensiamoci!                                                               + Adriano Tessarollo

 

da NUOVA SCINTILLA 17 del 27 aprile 2014