La nonviolenza: stile di una politica per la pace

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La nonviolenza: stile di una politica per la pace

Richiamo qui i passaggi fondamentali del Messaggio che papa Francesco ha firmato  l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Il titolo del messaggio: “La non violenza: stile di una politica per la pace” vuole indicare la nonviolenza come stile di vita che si fonda sul riconoscimento della dignità profonda di ogni persona “immagine e somiglianza di Dio”. La Chiesa intende farsi portavoce di pace e dei diritti e dignità di ogni persona e di ogni popolo. Proprio 50 anni fa, il beato Paolo VI, istituendo la giornata mondiale della pace ammoniva: “E’ finalmente emerso chiarissimo che la pace è l’unica e vera linea dell’umano progresso (non le tensioni di ambiziosi nazionalismi, non le conquiste violente, non le repressioni apportatrici di falso ordine civile)” evitando il “pericolo di credere che le controversie internazionali non siano risolvibili per le vie della ragione, cioè delle trattative fondate sul diritto, la giustizia, l’equità, ma solo per quelle delle forze deterrenti e micidiali”, come già aveva detto il suo predecessore san Giovanni XXIII nell’Enciclica ‘Pacem in terris’. Nella situazione odierna dove di fatto si vive la ‘guerra mondiale a pezzi’ occorre passare ad un nuovo stile nei rapporti personali, improntati alla ‘carità e nonviolenza’, estendendoli al livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale.

La nonviolenza diventi lo stile delle decisioni, delle relazioni, delle azioni, della politica in tutte le sue forme. Pare essere questa l’unica via per porre fine alle guerre in diversi Paesi e continenti, al terrorismo, alla criminalità e agli attacchi armati imprevedibili, agli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta, alla devastazione dell’ambiente e alle spirali di conflitti che recano benefici solo a pochi “signori della guerra”. Il messaggio di Cristo offre la risposta positiva: di fronte a queste realtà, Egli predicò l’amore incondizionato di Dio che accoglie e perdona e insegnò ai suoi discepoli ad amare i nemici (cfr Mt 5,44). Essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire alla sua proposta di nonviolenza. “La troppa violenza e la troppa ingiustizia non si possono superare se non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà” (Benedetto XVI). Papa Francesco propone quindi lo stile di alcuni modelli di nonviolenza vissuta anche in situazioni di ingiustizia e violenza, come Madre Teresa, il Mahatma Gandhi, Martin Luther King e altri. La loro nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati impressionanti. Per questo la Chiesa si è impegnata per l’attuazione di strategie nonviolente di promozione della pace in molti Paesi, e non dobbiamo stancarci di ripetere che “Mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa. Solo la pace è santa, non la guerra!”. Il papa poi richiama l’attenzione sulla necessità di educare alla pace. Se l’origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della nonviolenza in primo luogo all’interno della famiglia, indispensabile crogiolo attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono. Dall’interno della famiglia la gioia dell’amore si propaga nel mondo e si irradia in tutta la società. L’ultimo invito del papa riguarda la costruzione della pace mediante la nonviolenza attiva, quale elemento necessario e coerente per limitare l’uso della forza anche come impegno della Chiesa attraverso norme morali, partecipazione ai lavori delle istituzioni internazionali e con il contributo competente di tanti cristiani a tutti i livelli. Operare in questo modo significa scegliere la solidarietà come stile per fare la storia e costruire l’amicizia sociale. La nonviolenza attiva è un modo per mostrare che davvero l’unità è più potente e più feconda del conflitto. Il messaggio del papa si conclude con un invito particolare per quest’anno che incomincia: “Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. «Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace»”

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.48 – 25 dicembre 2016