L’immane forza del negativo

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L’immane forza del negativo

Non passa giorno che non siamo bombardati dalla esasperata ricerca e denuncia di violazioni di doveri, di leggi, di diritti, di violazioni morali e quant’altro. Va così crescendo il senso di sfiducia generale verso l‘uomo, la società, la Chiesa e le istituzioni. Prevale il ‘negativo’, ciò che ‘manca’, ciò che ‘dovrebbe essere’. Si è smarrita la verità profonda dell’uomo, quella che abita dentro ognuno di noi, che diventa il criterio che ispira il nostro agire e i nostri comportamenti prima ancora delle leggi. Sembra che la verità del nostro essere e agire sia fuori di noi, che a dettarla sia la ‘legge’ fuori di noi, quella scritta nella carta, che se anche è carta costituzionale è pur sempre ‘nella ‘carta’ e esterna a noi. Cosicché la nostra verità è solo quella ‘giuridica’ definita dal legislatore e dal giudice.

Mancando ogni riferimento interiore, personale, autentico e affidabile, tutto è affidato a elementi esteriori a noi: costituzione, leggi, disposizioni, decreti, applicazioni, sentenze, forze dell’ordine, multe, punizioni, castighi, pene. E di fronte a tutti questi elementi coercitivi esteriori ognuno si difende attraverso il nascondere, il negare, l’ingannare, il coinvolgere altri nell’inganno (corruzione). E la grande attività di forze dell’ordine, magistrati, giornalisti, indagini diventa quella di scoprire inganni e violazioni e di comminare sanzioni. La vita sociale diventa quindi un continuo gioco tra ladri e guardie: o sei uno o sei l’altro o sei sia l’uno che l’altro. Bisognerà interrogarci davvero se non sia necessario coltivare “la verità che abita all’interno dell’uomo”, nel suo intimo, e che sola può essere sua guida e custodia limpida e sicura. Mi torna alla mente un pensiero del filosofo Hegel che interpretava Cristo in termini di amore e di vita: in Lui ogni legge era superata nel senso che l’esteriorità del comandamento era superata dal suo essere vitale e interiore all’uomo stesso come solo può essere l’amore. Essa quindi non deve essere comandata dall’esterno, ma scaturisce dall’interno. La legge rende ‘servi e esecutori’ l’amore è ‘libertà e liberazione’. “Cristo chiede che si abbandoni il diritto e il dovere per accedere all’amore, in cui il particolare e l’universale sono ricongiunti” (Hegel). Dove non c’è amore permane sempre la contrapposizione tra il particolare (il proprio interesse e tornaconto) e l’universale (il bene di tutti, la rettitudine, la giustizia). Ad ognuno che assume il compito di guida e di cura del bene comune, in ogni ambito, è richiesta coerenza con quanto chiede ai suoi, in casa, nella Chiesa, in politica. Solo l’amore autentico garantisce l’agire trasparente che elimina gli inganni e i sotterfugi, che altrimenti possono permanere, se non accrescersi proprio nello svolgimento del servizio stesso.

+ Adriano Tessarollo

da Nuova Scintilla n.6 – 12 febbraio 2017