Immigrazione e azzardo: come i capponi di Renzo

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Immigrazione e azzardo: come i capponi di Renzo

I “capponi di Renzo” sono quei quattro poveri capponi che nel terzo capitolo dei “Promessi sposi” Renzo porta all’Azzeccagarbugli, con il fine di ottenere da lui consiglio legale su come convolare a giuste nozze con Lucia. I capponi vengono legati in fretta e furia per le zampe da Agnese e, a testa in giù e con tanti scossoni, vengono portati attraverso i campi fino allo studio dell’Azzeccagarbugli. Le povere bestie, così bistrattate, oltre a sopportare un viaggio penoso si beccano tra loro, esattamente come fanno le persone quando non arrivano a capire che la causa del loro male non dipende da loro stessi, bensì dall’esterno.

 

A ben leggere o ascoltare le notizie, è quel che sta capitando anche tra noi a proposito di tutti quei ‘soggetti deboli’ che sono oggetto di sfruttamento di altri soggetti che sono la mala vita, le mafie, le varie ’bande’ di approfittatori, ma quel che più lascia perplessi è che in questo gioco sono coinvolte e partecipano le pubbliche istituzioni, attraverso l’incapacità o la debolezza o la complicità di uomini che sono a capo o comunque dentro a queste istituzioni. Sto pensando per esempio agli immigrati presenti in Italia e qui giunti a causa e attraverso tante peripezie. E’ vero che il costo di questa accoglienza ricade anche su cittadini italiani, molti dei quali versano in difficoltà. Per questo molti se la prendono con loro, non pensando che molti di loro sono vittime di violenze e di minacce dovute alle guerre da cui vogliono fuggire; molti altri sono vittime di situazioni di estrema povertà che non lascia spazio alla speranza; ma il loro viaggio, il loro arrivo e la loro accoglienza molto spesso sono oggetto di lucro e di sfruttamento da parte di altri che non vengono mai o quasi a galla, anche se ogni tanto qualcosa emerge. Spesso si tratta di migrazione forzata che per loro porta morte o schiavitù, ma per altri che la provocano, la organizzano o la favoriscono porta un giro colossale di miliardi a loro vantaggio. Non parliamo solo del fenomeno italiano, ma europeo e mondiale. E succede che loro e noi, comuni cittadini, magari in difficoltà o povertà, ci troviamo come i poveri ‘capponi di Renzo’ a ‘beccarci’ tra di noi.

Lo stesso si deve dire per il problema della ‘dipendenza’ dall’azzardo, dai  ‘centri scommesse’ di ogni genere, dalle slot-machine, dai casinò, e così via… Tutte organizzazioni che succhiano soldi ai cittadini, spesso psicologicamente e poi anche economicamente più deboli, a totale vantaggio dei furboni sfruttatori, autorizzati o abusivi, sui quali chi di dovere non vuole o non riesce ad intervenire, pur avendone il dovere e diritto di farlo; ma su di loro incombono poteri più forti. Le conseguenze poi pesano su tutti i cittadini che si trovano ad avere a che fare con i comportamenti di queste vittime dello sfruttamento e con i costi che ricadono sulla spesa pubblica della sanità e delle povertà sociali. E mi fermo qui, ma lascio a ciascuno di ‘guardare oltre’ e non fermarsi sempre a guardare all’ultimo anello della catena, ma a tutti quelli sopra che sono la causa di queste situazioni. (+ Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 46 del 7 dicembre 2014