Fino a quando?

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Fino a quando?

Una buona fetta del territorio italiano sta vivendo un grande ‘dissesto’ dovuto alla lunga serie di scosse telluriche che si prolungano in maniera più o meno violenta. Le istituzioni sociali e di solidarietà rispondono con sollecitudine e generosità ai bisogni di vicinanza e di concreto aiuto alle popolazioni che sono direttamente toccate dal terremoto. Non mancano gli interventi per portare i primi soccorsi e destinare le prime risorse. Ma sappiamo che il bello viene dopo, quando si spengono le luci dei mezzi di comunicazione, tace la stampa e si diradano le informazioni. A quel punto ciascuno, ciascuna famiglia e ciascuna istituzione che ha subito danni a persone e cose deve provvedere a se stessa per la vita quotidiana, la casa, il lavoro… . Ma chi riuscirà a mettere in piedi una rete di responsabilità e di solidarietà capace di sostenere il lungo lavoro necessario per ristabilire le reali condizioni di vita per tutte le persone provate dal sisma? Il primo compito tocca certamente alla politica e a chi amministra la cosa pubblica. Potrebbe rinascere finalmente il concetto ‘alto’ della politica, nel senso di prendersi cura dalla sorte del popolo e di gestire bene le risorse disponibili.

Potrebbe pure terminare quel fare politica fatto di perenni liti di parte, di insulti, di contrapposizioni, per fare spazio a collaborazioni e unità di intenti, che non dovrebbero essere cose così astruse da risultare impossibile trovare una via comune di operare. Si può sperare che siano fermati gli sciacalli o gli avvoltoi che in ogni realizzazione di opere di pubblica necessità si buttano a capofitto per lucrare attraverso appalti truccati e subappaltati, per avviare opere mal realizzate e mai concluse, con prezzi che lievitano ogni altro giorno a causa di tangenti e sottrazioni di denaro pubblico, sotto l’occhio e con il consenso di chi invece dovrebbe vigilare su tutto. Insomma si finisse di approfittare dei disagi e necessità della gente per farsi belli attraverso parate inutili e arricchire o favorire se stessi o il proprio partito o i propri amici a prezzo del ‘sangue’ di chi si trova in necessità! Non c’è bisogno delle sfide nelle piazze o dei duelli televisivi fatti di chiacchiere per denigrarsi vicendevolmente e spendendo molti soldi pubblici per ‘comprare’ il consenso della gente, che non riesce a capire cosa davvero si vuole fare e si fa realmente! Mai che si riesca a monitorare in tempo progetti e spese, ma si arriva sempre dopo, a lavori mal fatti e strapagati! Sempre dopo! Ma è un caso o è una strategia? E ciò capita con ogni classe politica? Mi pare che ‘mani pulite’ e seconda o terza repubblica abbiano cambiato poco, e nessuna classe politica riesce o vuole vincere la corruzione! O forse sono d’accordo per approfittarne. Il popolo è stanco di sopportare tante chiacchiere senza che mai abbia fine questo sistema corrotto da tutti riconosciuto. Ma chi è deputato fa davvero leggi che tutelino il bene comune e non gli interessi di chi ci sguazza con i soldi prelevati implacabilmente dalle tasche della gente? Perché continuano a prosperare i ‘furbi’ che sanno che comunque non restituiranno mai quanto hanno rubato, e che comunque se la cavano con qualche mese di carcere?

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.41 – 06 novembre 2016