Distruzioni, fughe e deportazioni

tessarollo don adriano
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Distruzioni, fughe e deportazioni

Da tanto tempo sentiamo qualche notizia della Siria e vediamo qualche immagine delle violenze che qui la popolazione subisce, specie in quella che fu la città di Aleppo, ma anche in altre città della Siria, per non parlare dell’Iraq. Quanti popoli ‘famosi’ si sono succeduti in questi territori, almeno negli ultimi cinquemila anni: dagli antichi popoli Sumeri e Accadi, agli Assiri, agli Egiziani, ai Babilonesi, ai Persiani, ai Greci, ai Romani, e così via con una lunga fila fino ai nostri giorni. Anche il Re Davide si era spinto fino alla Siria. Quante invasioni, assedi, distruzioni, deportazioni, quante stragi di popolazioni inermi coinvolte in tragedie causate da sete di dominio, di potere e di denaro di alcuni che poi la storia ci ha consegnato come grandi condottieri o imperatori. E tutti a dire o a scrivere che sono andati o vanno a portare la civiltà, il progresso, la democrazia o per altre ragioni, salvo a dire quelle vere. Tante, troppe volte quelle popolazioni sono state schiavizzate da sovrani despoti e senza rispetto per la libertà e dignità dei popoli da loro governati! Anche quando si è trattato di interventi di aiuto richiesti, poi chi è intervenuto ‘in armi’ ma non inerme, ha fatto pesare a lungo su quelle popolazioni (come capita dovunque) il prezzo dell’aiuto dato, diventato spesso il nuovo giogo imposto sulle loro spalle, giogo economico, politico, culturale e talvolta anche religioso.

Rimanevo sbalordito quando leggevo le testimonianze letterarie o anche scultoree delle descrizioni degli assedi di quelle città, della ferocia delle distruzioni e uccisioni e delle crudeli deportazioni. Pensiamo solo alle antiche vicende del popolo della Bibbia che hanno creato un linguaggio tipico come ‘esodo biblico’ per definire una migrazione di popolazione o una deportazione, eventi di proporzioni molto limitate rispetto a quanto sta accadendo oggi in quei paesi. Lo stesso dicasi degli assedi, incendi e distruzioni di città come Gerusalemme operata dai Babilonesi e dai Romani. Anche la distruzione di Aleppo, e non solo, passerà alla storia come una delle tante distruzioni di intere città. La fuga e la deportazione della popolazione passerà alla storia come una delle tante fughe o deportazioni di gente dalle loro città. Occorre dire che quello che accadeva allora era piccola cosa rispetto a quanto sta accadendo oggi. Quando leggevo per la prima volta questi resoconti antichi mi sembravano cose crudeli di altri tempi, che il progresso umano e culturale aveva superato. Macché! Anzi, il progresso tecnologico ha reso ancora più crudeli e generali le distruzioni, le stragi ‘chirurgiche’ (?) di persone e città. E tutto ciò accade sotto gli occhi di tutto il mondo, come se si trattasse di un spettacolo da offrire a tutti, senza che nessuno (o pochi) ne rimangano sdegnati. E continuano a tener la scena pubblica sempre i soliti pochi nomi che decidono la sorte non solo delle popolazioni cui sono preposti, ma anche quella degli altri popoli. E la storia continua ad essere raccontata e ricordata attraverso i nomi dei ‘grandi’, o come dice papa Francesco, dei ‘signori della guerra’, che provocano tante sofferenze. Ma dei popoli che subiscono tali violenze si parla ben poco. Pensando al sogno messianico del profeta Isaia, uomo di fede, di grande cultura e consigliere del re (spesso inascoltato), che scrive “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci” (Is 2,4), provo a pensare di quante risorse si potrebbe disporre per la vita dei popoli anziché per il potere, il dominio, il denaro e la loro morte, se gli attuali arsenali militari e macchine belliche si trasformassero in strumenti per coltivare e conservare la nostra terra!

Chiediamo con la preghiera e operiamo perché, come invita papa Francesco, si faccia strada il modo di pensare e di operare ispirato alla “Nonviolenza” come “stile di una politica per la pace”. Facciamo sentire la voce di tutti perché coloro ai quali i popoli hanno affidato il compito di guidarli, e pure quelli che si sono presi con la violenza o l’inganno tale compito, ispirino la loro azione a maggiore sapienza e umanità.

Il Signore nostra Pace ci benedica.

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.1 – 08 gennaio 2017