commentando… Vangelo, Chiesa, Economia e Politica

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Vangelo, Chiesa, Economia e Politica

In queste domeniche le pagine del vangelo di Marco ci raccontano di Gesù che diventa Lui stesso ‘Vangelo’ con la sua persona e i suoi gesti di vicinanza a tantissime persone, di tutte le condizioni, con particolare frequentazione di molti disagiati, peccatori, sofferenti e di folle numerose. Gesù non ha risolto i problemi di tutti, ma ha infuso fiducia, ha suscitato desideri di conversione e fatto rinascere in molti la certezza che nel cuore di Dio Padre trovano spazio anche loro, con le loro varie e travagliate esperienze di vita. Questo è il cuore del “Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”.

Quel poco che ho potuto vedere, prima ancora che ascoltare, del viaggio di papa Francesco in America Latina, mi ha suggerito l’immagine che papa Francesco sta mostrando della Chiesa: Chiesa che rende presente con tanti gesti che mostrano simpatia e vicinanza per tutti gli uomini, che a tutti annuncia la conversione a partire dalla propria situazione personale e il perdono che Dio vuole offrire a tutti. Certo, particolare attenzione il papa ha dedicato a coloro che rischiano di essere o sono già sopraffatti dalla miseria, dalla sofferenza, anche dal peccato: l’intento del papa, in linea con quello di Gesù, non è di condannare ma di infondere speranza e certezza che pure loro sono nel cuore di Dio, anzi principalmente loro.

Era perfino naturale pensare che papa Francesco toccasse con una certa forza i problemi economici, non in maniera teorica, ma con quella concretezza che sa cogliere il peso mortale che certe impostazioni economiche hanno sulle popolazioni. Contro certa ‘economia che uccide’ bisogna anche avere il coraggio di sostenere la ribellione, la rivoluzione! Questo termine ci fa sempre paura, perché richiama alla mente la violenza e la morte. Ci sono vie che chiamiamo con termini più blandi come cambiamento, quindi senza violenza. Ma non devono mancare della forza e del sostegno necessari per giungere ad un risultato che non sia semplice rassegnazione.

Per questo l’invito è stato rivolto dal papa anche a chi è stata affidata dagli stessi popoli la responsabilità di prendersi cura del bene di tutti. Concretamente ciò significa promuovere la dignità di tutte le persone; operare perché ognuno possa provvedere alla sua vita e a quella dei propri cari con il proprio lavoro; investire non in ciò che è strumento di morte ma di lavoro, di salute e di pace; combattere la corruzione che arricchisce i pochi e affama i più; combattere culturalmente il ‘dio denaro’ che rende l’uomo suo schiavo, per mettere invece il denaro a servizio dell’uomo, di tutto l’uomo, di ogni uomo; e ultimo, ma primo per evangelica importanza, fare memoria ad ogni uomo che ognuno di noi è prezioso agli occhi di Dio cui dobbiamo tutti rendere conto. Abbiamo tanto bisogno oggi di questo Vangelo e di questa Chiesa che diano anima all’economia e alla politica mondiale, europea, ma anche dalle nostre parti!

+ Adriano Tessarollo