Commentando… (n.7-2015)

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COMMENTANDO…

Tante leggi da riformare, ma nessuno vi mette mano

 Corruzione. Da quanto tempo andiamo dicendo che in Italia imperversa la corruzione? Finalmente la Corte dei Conti lo ribadisce, aggiungendo addirittura che i cittadini italiani si stanno rassegnando a tale pratica, che ha, tra l’altro, un costo altissimo per lo Stato. Il fenomeno tocca tutti i settori della vita pubblica. Mi colpisce che sulla cifra di 120 miliardi di valore della corruzione in Europa, 60 riguardano lo Stato italiano. Bisogna dire che l’etica non è il forte di noi italiani o vanno analizzate le cause e le radici, sia dal punto di vista sociale che legale e fiscale? Poniamoci qualche domanda in forma critica.

– Quale spazio ha la formazione della coscienza personale nella nostra cultura?

– Quale stima hanno le leggi dello Stato presso la nostra società? Che credibilità hanno i legislatori e i giudici che le applicano? La non equità di tante leggi e di tante sentenze non è causa di disistima di tutto il sistema giuridico, per cui, se si può violarlo, non si percepisce più il peso morale della violazione?

– La congerie di leggi fiscali, diseguali, esose, e spesso incomprensibili per molti cittadini, non è un incentivo a ‘provvedere a se stessi’ evadendo il più possibile? La non punibilità degli evasori maggiori non è pure un incentivo alla corruzione?

– La complessità burocratica che inceppa l’ottenimento di permessi e autorizzazioni da parte della pubblica autorità di ogni tipo, nei tempi ‘tollerabili’, non porta a rassegnarsi alla corruzione che diventa sistema? Naturalmente poi ci si sente autorizzati moralmente a rifarsi da qualche altra parte!

– Quante sono le violenze, le rapine, le ruberie che quotidianamente leggiamo nei giornali e che non hanno mai un colpevole? Se poi qualcuno viene preso dalle Forze dell’Ordine non lo si vede subito dopo rimesso in circolazione in attesa di un giudizio che arriva, se arriva, quando questi ne ha compiute già altre? Volete che questo susciti fiducia nella giustizia? Se poi per caso chi è aggredito tenta di difendersi reagendo, salvati cielo, non si doveva assolutamente farlo, si doveva chiamare la Forza pubblica, denunciare il fatto. Altrimenti rischi tu la condanna.

E di queste cose ce ne sono molte, troppe! Lascio a voi continuare l’elenco.

+ Adriano Tessarollo

“da Nuova Scintilla n.7 del 15 febbraio 2015”