COMMENTANDO…Battaglie in corso: noi cittadini potessimo capire!

vescovo-adriano
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COMMENTANDO…Battaglie in corso: noi cittadini potessimo capire!

È in atto una grande battaglia politica sull’“Italicum”. Da quanti anni ci viene detto che è imminente l’approvazione della nuova legge elettorale, con i nuovi nomi coniati di volta in volta, Mattarellum, Porcellum, ecc.? E dire che la legge elettorale attuale è dichiarata incostituzionale! Ma non l’avevano discussa e approvata 1.000 (mille!) parlamentari, con la consultazione di giuristi e avvocati e tecnici di ogni genere? E in tutti questi anni quanti ci hanno posto mano! Eppure non si riesce a giungere a una conclusione ragionevole e condivisibile! Si vede che la ragionevolezza delle cose è piuttosto sacrificata ai previsti vantaggi o svantaggi. Talvolta vien da dubitare che la legge elettorale sia vista più come uno strumento di conquista del potere che uno strumento dell’esercizio della democrazia popolare. Spero di sbagliarmi!

 

C’è una seconda battaglia in atto, quella sulla “Buona Scuola”. È vero che la Buona Scuola si fa con la competenza e la disponibilità dei docenti, con l’impegno e il coordinamento dei dirigenti, con la collaborazione delle famiglie e il coinvolgimento dello stesso corpo sociale! Ma al centro della Scuola ci devono essere gli utenti della Scuola per i quali essa esiste: gli alunni e studenti. Tira vento di scioperi e manifestazioni, non sempre utili per gli studenti. E ho l’impressione che la battaglia per la Buona Scuola diventi primariamente la battaglia per le rivendicazioni salariali dei docenti precari o meno, e che tale battaglia si combatta più nei tribunali che nella Scuola. Speriamo che l’obiettivo delle Buona Scuola, quello dell’insegnamento e dell’apprendimento, non sia dimenticato; anzi, è da augurarsi una maggiore attenzione sull’apprendimento (studenti) che sull’insegnamento (docenti). Non sempre insegnamento e apprendimento vanno di pari passo. Può capitare che l’insegnante è soddisfatto del suo insegnamento, ma che non sia altrettanto soddisfacente l’apprendimento dell’alunno, che è l’obiettivo per cui esiste la Scuola.

C’è ancora una terza battaglia, quella sul problema degli immigrati. La concentrazione mediatica è tutta sul problema di dove ‘metterli’ e di come ‘fermarne le partenze’, visto che almeno non dovrebbe essere presa in considerazione l’idea di affondarli in mare. A me pare che il problema troverà soluzione quando si allargheranno gli orizzonti dell’azione. Una prima attenzione deve essere rivolta a riconoscere le cause per cui questa gente scappa: cosa certo non facile perché riguarda la situazione politica ed economica dei loro paesi di origine, spesso governati da capi corrotti che ricevono però soldi e armi dagli stessi paesi occidentali, in cambio di risorse di quei paesi. La seconda attenzione riguarda l’individuazione degli organizzatori di tale traffico, chi lo promuove e chi lo sfrutta: si tratta di un lavoro di intelligence e di denuncia economica e politica che richiede collaborazione internazionale e non improvvisazione. La terza attenzione va rivolta alle persone che sbarcano o entrano nel territorio italiano: quanto tempo ci vuole per poter valutare se hanno diritto dello stato di rifugiati o se debbano essere rimpatriati? Non possono essere parcheggiati per circa un anno prima di poter ricevere il loro riconoscimento. È chiaro che si ribellano o fuggono e quindi diventano clandestini. Infine, a chi è riconosciuto lo status di rifugiato va offerta una qualche possibilità di inserimento e non di semplice mantenimento, magari inserendoli correttamente, non in nero, in qualcuno dei tanti lavori che i nostri giovani o adulti rifiutano, iniziando con paghe compatibili con la loro resa e con le possibilità dell’azienda che li assume, offrendo un alloggio dignitoso. Il problema è reale e non finirà né oggi né domani, neanche distruggendo qualche vecchio barcone! Ma siamo preparati ad affrontare il problema con la testa e non con la pancia?                          + Adriano Tessarollo